Dal mio post del 31 Maggio, è proseguito il viaggio emozionale condiviso tra paesaggi floreali, a partire dal proprio giardino o balcone di casa, in attesa di arrivare al 24 Giugno colmi di territori e persone più o meno note; la splendida attesa individuale per questa "festa" collettiva si è conclusa questa mattina onorando al risveglio quell'usanza antica di lavarsi le mani e il viso con i fiori e le erbe aromatiche raccolti.
Ginestre, camomilla, rose, roselline di macchia, salvia, rosmarino, malva, finocchietto selvatico, borragine, gelsomini, campanelle, fiori dei capperi, 'i fiori della Madonnina' (secondo il mio gergo locale), foglie delle fragole di bosco e altri micro-preziosi policromatici tra il fucsia, l'azzurro e il giallo..., provenienti da giardini, balconi o territori a me cari, hanno velato il mio antico catino d'acqua, messo fuori dalla finestra la notte del 23 Giugno per arricchirsi della rugiada della notte; questa mattina, ciascun appassionato del rito come me, secondo il proprio raccolto e piacere (chi filtrata chi non), si è lavato mani e viso con questa magia di colori e profumi delicati.
Giugno è un mese ricco di poesia, custodendo diverse usanze pregne di una religiosità a confine tra Umano e Divino che omaggiano la Natura attraverso i fiori e le erbe aromatiche; in un cammino che ho intrapreso tra Assisi e Spello nell'osservazione di erbe e infiorescenze spontanee per onorare il 24 Giugno, in particolare alla ricerca di quell'idillio chiamato 'fiori dei capperi', io e il campione "Funambolo" del Tema, ci siamo imbattuti e ci siamo lasciati rapire dalla minuziosa preparazione dei fiori, per colori e tipologia, per l'Infiorata di Spello, curata da famiglie locali che di generazione in generazione mantengono viva quest'arte e dedicano una parte della propria abitazione a magazzino ed area lavoro dei fiori, schiudendola in quest'occasione anche a terzi.
Mentre ci venivano fatte vedere alcune delle numerose scatole bianche, tutte datate e catalogate per tipologia di fiore e colore, contenenti con cura quei fiori via via essiccati negli anni, al profumo ancora persistente della lavanda del 1991 e agli occhi degli anziani che ci nutrivano di dettagli non scritti... i sensi mi hanno nuovamente riconfermato quanto sia vitale, per la tutela degli ecosistemi della propria storia o limitrofi, conoscere e custodire il passato, assumersi ciascuno la veste di custode e guida a braccetto con coloro che hanno scelto di traghettare il passato remoto verso un passato prossimo per non farne perdere traccia, non solo per i propri figli e nipoti, ma per l'intera collettività gravitante su quel territorio.
E per connessioni anche lontane passanti per arte, artigianato e viaggi... il tempo è trascorso piacevolmente, le diverse storie personali e territoriali si sono spontaneamente fuse e scoperte a tratti comuni, fino ad arrivare all'usanza della raccolta dei fiori per il 24 Giugno, motivo originario della nostra escursione, che ha aperto un vero e proprio dibattito in loco, tra puristi e cultori, rispetto al numero dei fiori da raccogliere ("100 fiori, non uno di meno...") e alle tipologie essenziali ("si tramanda un disciplinare..."); in linea con la tradizione tramandatami da mia nonna Emma, ho ricondotto l'appassionato dibattito alla sua essenza universale: la preparazione con ciò che si ha perché è nell'attesa più profonda che si cela l'esperienza, nell'osservazione dell'ambiente e nell'ascolto delle persone al contorno, nelle riflessioni e nei ricordi indotti.
Ciò che mi ha resa speranzosa per un futuro è stato l'elevato numero di persone appassionate del genere che durante questo mese ho scoperto, incuriosito o ri-attivato sensorialmente tramite un cammino evocativo libero e gentile iniziato con il mio post del 21 Maggio; come promesso, condivido nuovi scatti del mio Album dedicato, a partire dalla foto dei fiori dei capperi che quest'anno hanno arricchito la mia acqua profumata per la Giornata di San Giovanni:
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