Il 25 Febbraio 2024, io e le prime due Pioniere del 'PGM - Personal Green Market'', Silvia e Raffaella, abbiamo scelto di vivere un tour reale, al tempo stesso sognante e rarefatto nelle sue difformi espressioni, del Palazzo Farnese a Caprarola (Viterbo), la prima villa fortezza in Europa, a pianta pentagonale, tra le più belle residenze del Rinascimento ad opera del Cardinale Farnese.
Tra ricordi eclettici ed istantanee, noi tre 'Funambole', già a partire dalla 'Via Diritta' che attraversa il centro urbano di Caprarola e conduce al Palazzo, ci siamo piacevolmente "lasciate andare" in un collettivo di viaggio, apprendimento e conoscenza, tra particolari simbologie palesatesi, in particolare, in quegli istantanei caleidoscopi di luce e ombra.
Nell'interpretazione della luce mi si è sempre svelato un mondo diverso, parallelo, alternativo... non evidente a tutti; come mi disse un fotografo professionista durante un viaggio in treno, "...se guardi la luce non puoi fare a meno di guardare anche le ombre...", perché sono proprio le ombre che "lavorano" la luce ed integrandosi con essa possono offrire situazioni fotografiche incredibili a chi sa coglierle.
Da allora, in ogni mia esperienza osservativa ricerco le ombre, per poterle identificare e meglio far mie le luci, diametralmente opposte in termini di direzione, insieme permettono di comprendere la pienezza di ciò che si guarda.
E' con questo approccio, condiviso, che abbiamo osservato ogni angolo del Palazzo Farnese, a partire dai suoi due sistemi di scale e dal grande piazzale, esterni, che accolgono il turista; la potenza del colore e dei profili presenti in alcune sue stanze, la diversa intensità luminosa passante dalle finestre collocate in ogni stanza visitata e la parziale oscurità che avvolge la scala interna mentre la si sale, hanno ispirato in noi diverse interpretazioni dei volti ivi raffigurati.
Nel momento in cui si esce dal Palazzo per "entrare" nel primo spazio naturale ad esso collegato, visitando i 'Giardini Bassi' progettati dal Vignola, si apprende la dimensione 'villa' del Sito e si intraprende un "nuovo" viaggio tra giardini, a tratti labirintici agli occhi del nostro "bambino"...; due giardini dedicati a due stagioni, l'Estate e l'Inverno, che svelano due grotte: nel giardino dell'Estate la grotta delle Neiadi e nel giardino dell'Inverno la grotta 'dei Satiri', in quest'ultima il nostro sguardo ha dedicato del buon tempo all'osservazione minuta delle sue stalattiti e stalagmiti per cercare di captare lo sguardo dei satiri o delle altre divinità marine che la abitano.
Il viaggio "muta" ancora nei suoi linguaggi passando dai Giardini Bassi ai 'Giardini Alti': un vasto parco suddiviso in ripiani che ci ha consigliato una "profumata" sosta contemplativa; tra scale fiorite e viali alberati siamo arrivate alla fontana 'del Giglio' in un orario ottimale per creare la sezione più nutrita del nostro album di viaggio.
Di ripiano in ripiano siamo così arrivate al giardino, che abbraccia l'edificio centrale, circondato da impattanti Cariatidi e connotato da geometrie di siepi; è sulla doppia scala, "animata" da Tritoni, che siamo state distolte da un nuovo gioco, quello simbiotico tra nuvole e sculture.
Durante il racconto, coscientemente, ho scelto di omettere Particolari di questa esperienza, per tutelare lo stupore e l'unicità di una scoperta; la giornata si è, quindi, conclusa per noi con una tappa nella vicina 'Riserva Naturale del Lago di Vico', comprendente difformi ecosistemi di interesse naturalistico, che mi ha suggerito i seguenti scatti da condividere:
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